Animali e piante nella Bibbia: animali
Cammello
«Poiché venivano con i loro armenti e con le loro tende e arrivavano numerosi come le cavallette – essi e i loro cammelli erano senza numero – e venivano nel paese per devastarlo. Israele fu ridotto in grande miseria a causa di Madian e gli Israeliti gridarono al Signore». (GDC 6, 5-6)
Il cammello nella Bibbia appare in 62 versetti, ma più che di cammello è corretto parlare di dromedario, specie diffusa in Medio Oriente. Il cammello preferisce climi più freddi e lo si trova in Asia centrale. Tutte le citazioni del cammello della Genesi ci fanno pensare ad anacronismi dovuti a una scrittura tarda del libro rispetto rispetto alle tradizioni che trasmette. L’arrivo del cammello e del dromedario in Palestina viene datato difficilmente prima del 2000 a.C. grazie alle invasioni di tribù arabe che cavalcavano cammelli. Da allora furono utilizzati sia come animali da soma che come cavalcatura, importanti per il commercio e per lo sviluppo della società perché permettevano di raggiungere distanze molto maggiori, attraverso il deserto, rispetto ad asini e cavalli.
Nel cristianesimo, il cammello è stato quasi sempre rappresentato come simbolo di mansuetudine e ubbidienza.
Cavallo
«Salomone radunò carri e cavalli; aveva 1.400 carri e 12.000 cavalli, distribuiti nelle città per i carri e presso il re in Gerusalemme…I cavalli di Salomone provenivano da Muzri e da Kue;…Un carro, importato da Muzri, costava 600 sicli d’argento, un cavallo 150.» (1 RE 10, 26-29)
Nella Bibbia il cavallo è presente 196 volte. All’inizio gli ebrei non potevano allevare cavalli in grandi quantità perché a essi si associava il concetto di guerra. Mosè dice a Israele che se avrà un re questi non dovrà avere un gran numero di cavalli. Giosuè uccide tutti i cavalli presi ai Cananei e Davide si sbarazza della maggior parte di quelli che cattura. Con Salomone le cose cambiano: egli aveva stalle per 4.000 cavalli o addirittura 40.000 e ne importava dall’estero. A Gerusalemme, in epoca più tarda esisteva la Porta dei Cavalli a testimonianza che questo animale era molto diffuso in Palestina.
Il cavallo nella Bibbia è simbolo di potenza e di solito è associato alla guerra. In ebraico, la parola per indicare il cavallo da sella è «parash», che significa anche «spiegare», «definire», «dare intelligenza». Ecco perché nella Bibbia e nel successivo simbolismo medievale il cavallo è spesso assimilato all’intelligenza e il cavaliere alla saggezza.
Lupo
«Beniamino è un lupo che sbrana: al mattino divora la preda e alla sera spartisce il bottino.» (GENESI 49, 27)
Nella Bibbia il lupo c’è 14 volte. Il lupo arabo è una sottospecie del lupo grigio adattatasi a vivere nel deserto. Un tempo diffusa in tutta la Penisola Arabica, oggi resta confinata solo in alcune zone dell’Israele meridionale, della Penisola del Sinai e della Giordania.
Nella Bibbia è citato come animale nei versi di Isaia (Is 11, 6 e 65, 25) e di Giovanni (Gv 10, 12) negli altri casi è visto come metafora della voracità, della distruzione o di una condotta violenta e feroce soprattutto a scapito degli innocenti. Nel medioevo divenne il simbolo dei peccati di Gola o di Avarizia. Questo fu la conseguenza del fatto che nel Nuovo Testamento Gesù parla di se stesso come del Buon Pastore che protegge le pecore dai lupi. Sebbene anche nell’Antico Testamento non vi siano riferimenti espressamente positivi del lupo, bisogna sottolineare che la tribù di Beniamino (il più amato tra i figli di Giacobbe), una delle 12 tribù di Israele, venne paragonata a un lupo.
animali e piante nella bibbia: piante
Platano
«Sono cresciuta come una palma in Engaddi, come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura; sono cresciuta come un platano» (SIRACIDE 24, 14)
Nella Bibbia il platano è citato in 3 versetti. Insieme al pioppo e al mandorlo appare in Genesi (30, 37) come se il suo utilizzo potesse determinare l’aspetto dei cuccioli di alcuni animali.
E’ il simbolo di bellezza (Ez 31, 8), ma anche di stabilità, di grandezza (Sir 24, 14). In particolare nel libro del Siracide, la descrizione della Bellezza della Sapienza passa di immagine in immagine (sempre di piante) con un crescendo di grandezza e maestosità e il Platano ne è l’apice. C’è quindi un progressivo allargarsi di orizzonte divenuto possibile per aver posto salde radici nell’eredità del Signore: il suo popolo santo.
Melograno
«Osserva i comandi del Signore tuo Dio camminando nelle sue vie e temendolo; perché il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile:…paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele.» (DEUT 8, 6-8)
Nella Bibbia il melograno è citato come uno dei frutti della Terra Promessa. Il melograno era ritenuto un frutto rinfrescante sin dai tempi più antichi, ma era utilizzato anche come motivo ornamentale sia nel tempio di Salomone (1 Re 7, 20) che sulle vesti dei sacerdoti, infatti ne decorava i bordi degli abiti. Molti ritrovamenti archeologici confermano il racconto biblico e che il melograno fosse molto utilizzato come simbolo di fertilità e vita eterna. Nel Cantico dei Cantici l’amato è paragonato a un giardino di melograni e le sue guance a uno spicchio di melagrana. Per i rabbini la melagrana, vista la buccia molto amara, simboleggia colui che sa selezionare il bene e gettare il male, e i chicchi sarebbero 613, esattamente come i precetti della Torah.
Nel cristianesimo il frutto del melograno divenne immagine della Chiesa che accoglie a sé i fedeli e, soprattutto nel Rinascimento, si trova in numerosi quadri, spesso in mano a Gesù bambino a indicare la nuova vita data all’umanità.