Christus Vivit

Christus Vivit

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Di seguito potete leggere tutte le informazioni sulla scultura del Christus Vivit all’interno del Parco Letterario.

Christus Vivit

La statua

La grande statua in ferro al centro del prato è alta tre metri e mezzo. L’opera è dello scultore e fabbro trevigiano Renato Cadavello e rappresenta il CHRISTUS VIVIT, Cristo che vive. Il nome si ispira all’esortazione apostolica di Papa Francesco. Il volto rappresenta un “giovane adulto” in cui tutti possiamo riconoscerci. La croce vuota al centro della figura a braccia aperte rappresenta lo Spirito del Cristo che vive in noi. La statua è stata voluta e dedicata dagli insegnanti di Cessalto alla memoria di tutti i loro colleghi educatori.

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Simbolo

A fianco, al centro del prato c’è il tondo in pietruzze rosse e bianche col monogramma (o trigramma) di Cristo. IHS in origine simboleggiava le prime tre lettere del nome di Cristo in lingua greca antica, reso celebre nel medioevo e qui delineato in forma moderna.

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È bello talvolta soffermarsi nel parco e pensare, in silenzio, a tutti i momenti della vita in cui Dio ci “prende in braccio”. Questo allevia silenziosamente le nostre ferite e sofferenze, dandoci la forza di volare sempre più in alto, per cercare il suo infinito amore, anche quando è invisibile agli occhi.

Christus Vivit: per gli insegnanti e gli educatori di ieri e di oggi

Come insegnanti dobbiamo metterci al servizio di chi ha bisogno di noi per crescere forte e sicuro. Ciò che possiamo trasmettere non sono né solo né principalmente conoscenze e saperi ma soprattutto noi stessi. Lo possiamo fare attraverso la costruzione di un rapporto interpersonale che aiuti e faciliti i più giovani a comprendere la vita. Quella vita nella quale possiamo incontrare momenti difficili e dove è facile sbagliare.

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All’insegnante è dato il compito di spiegare, anche con l’esempio, che le difficoltà si superano con l’impegno e il coraggio. Spesso si superano meglio se ci lasciamo accompagnare da un abbraccio, da un sorriso, da una parola di conforto; mentre dagli sbagli si può sempre trovare un modo per rialzarsi.

Da questo punto di vista non si insegna solo a scuola, anzi! E non insegnano solo coloro che istituzionalmente vengono assunti per farlo. Educatori lo siamo tutti, perché compito di ogni adulto della nostra società è quello di impegnarsi ad agire bene e per il bene di tutti, fungendo in questo modo da modello positivo nei confronti dei più piccoli. Ognuno di noi è un educatore: nell’aula di una scuola come durante un allenamento sportivo, in famiglia come nella società in cui si trova ad operare ogni giorno.

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Sull’altare maggiore oltre che un tabernacolo in marmo vi sono due statue raffiguranti S. Pietro Apostolo e S. Marco Evangelista. Gli stessi santi vengono raffigurati sulla pala dietro il Tabernacolo ai lati della Vergine seduta in un trono con il Bambino in mano. Sconosciuto è l’autore della pala ma si può ricondurre alla Scuola Veneta. 

Ogni educatore non educa da solo. I nostri ragazzi si relazionano con molte figure adulte e tutte devono aiutarli a portare avanti con cura ma anche con serietà. Quel modello di esistenza che dà valore al nostro esserci ogni giorno.

Anche come mamma cerco di educare i miei figli nel loro percorso di crescita, sempre in bilico tra il desiderio di custodirli e il dovere di lasciarli liberi di fare le loro scelte e renderli responsabili anche dei loro errori. 

Eppure quel bene incondizionato che io provo per i miei figli, e che spero li aiuti a sentirsi sempre accettati e accolti, è quello stesso bene e senso di protezione che io avverto ancor oggi di aver ricevuto dai miei genitori e ancora oltre da colui che è il nostro Padre comune. La statua del Christus vivit, per me, rappresenta questo: quel senso di  accoglienza incondizionata  che mi permette di sentirmi al sicuro anche nei momenti impegnativi. Laddove non arriverò con le mie forze so che ci sarà comunque qualcuno che mi saprà guidare e incoraggiare.

Cristo è il nostro principale maestro di vita: ci abbraccia e ci sostiene quando siamo in difficoltà, ci esorta a superare le nostre fragilità. Come una madre e un padre si prende cura di tutti noi. È in Lui che posso confidare per i miei figli: saprà guidare le mie scelte, saprà essere presente nelle persone della nostra comunità che si impegnano per la formazione e la cura del prossimo. Saprà ispirare i miei ragazzi, così che, come sentivo quand’ero piccola e anche ora, continuerò ad avvertire che c’è sempre qualcuno, vivo in noi ma molto più grande di noi, a cui poterci affidare e su cui poter incondizionatamente contare.